Brano: [...] e il moderno », quello delle civiltà illetterate e della civiltà del libro, quello della zappa e quello dei trattori meccanici, s'incontrano sul terreno storico, si urtano, entrano in concorrenza, si sfidano, si scrutano, misurano le proprie forze e la propria debolezza l'uno di fronte all'altro. La lezione che viene per noi dall'Africa Nera specialmente oggi che molti dei paesi africani hanno raggiunto l'indipendenza, é d'incalcolabile valore. E' difficile misurare e apprezzare tutti gli aspetti possibili di questa lezione. L'Africa Nera, questo crogiuolo di stridenti contrasti fra arcaico e nuovo, questa «ambigua» terra d'incontri e di scontri
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tra forze e culture impari per sviluppo tecnicoorganizzativo (superiore nella civiltà euroamericana) ma impari anche per coerenza ideologica e sensibilità sociale (superiori nelle civiltà africane), offre, anche al visitatore fuggevole e superficiale, l'impressione sconcertante di un punto nodale dal quale si stanno elaborando in larga misura destini dell[...]
[...]rattere semplice operativo ha
trionfato sull'idea di «anima» portata dai missionari e rimasta inaccessibile, non funzionale per i 'Fang. Senonché la maggior fiducia nella magia ha prodotto competizioni aggressive fra individui volti a impossessarsi dei mezzi di controllo del « potere» magico stesso. Questo processo culmina infine in una situazione di conflitto e tensione interna, nella quale lo stregone é visto come una minaccia per la società. E' interessante che proprio i Fang hanno elaborato simultaneamente da un canto nuovi culti magici (fino al culto « Ndembe » del 19571959), dall'altro un culto sincretistico, i'l culto Bwiti. Il movimento Bwiti offre pur esso parallelamente opportuni mezzi di lotta contro la stregoneria (17).
(17) FERNANDEZ 1961.
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Dunque i movimenti magici — almeno quelli citati — nascono in una situazione tipicamente coloniale. Essi rappresentano una riposta sui generis allo stato d'asservimento, di frustrazione, di «privazione» (« deprivation », come dicono gli anglosassoni) e d'oppres[...]
[...]sincretistico, i'l culto Bwiti. Il movimento Bwiti offre pur esso parallelamente opportuni mezzi di lotta contro la stregoneria (17).
(17) FERNANDEZ 1961.
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Dunque i movimenti magici — almeno quelli citati — nascono in una situazione tipicamente coloniale. Essi rappresentano una riposta sui generis allo stato d'asservimento, di frustrazione, di «privazione» (« deprivation », come dicono gli anglosassoni) e d'oppressione. E' la medesima situazione che fornisce il terreno d'origine allo sviluppo parallelo dei movimenti sincretisti, messianici e millenaristi. In questi culti magici antistregonisti noi dunque vediamo un genere, o una fase particolare dei movimenti neotradizionalisti: é il neotradizionalismo d'epoca coloniale. Nel corso del colloquio di Bouaké, dedicato ai sincretismi e messianismi dell'Africa Nera, noi lo definimmo « asincretismo ». Certo, conviene distinguere questa fase del neotradizionalismo, dal neotradizionalismo postcoloniale di cui riparleremo. Infatti differenti situazioni storiche danno, al[...]
[...]i e neotradizionalisti si giustifica storicamente. I culti asincretisti offrono una risposta inefficace e sterile ai nuovi bisogni delle società indigene. Di fronte a una situazione del tutto nuova, essi restano nel cerchio chiuso del magismo arcaico: sono socialmente improduttivi. Dunque l'asincretismo precede Storicamente il sincretismo. Si dà il caso, del resto, di culti magici (asincretisti) formatisi indipendentemente dall'urto dei bianchi. E' il caso dei Tiv della Nigeria (20), degli Ascianti (21), di alcuni fra
i movimenti sopra accennati. Si tratta di movimenti religiosi sorti in seguito a tensioni, epidemie, crisi o trasformazioni interne.
Ma è ora di chiedersi quali siano i fattori che presiedono al sorgere del sincretismo distinto dall'asincretismo. Ed è bene osservare quanta varie manifestazioni si possano includere nel termine « sincretismo».
Si finirà per fraintenderne il significato, se si pensa al « sincretismo» come ad un «data» matematico di cui si possano ben misurare e pesare le componenti in maniera statica. Infa[...]
[...]a cultura indigena come reazione all'urto con una civiltà superiore nelle sue forme istituzionali del colonialismo e delle missioni, e si sviluppa nelle forme più varie. In esso si esprimono tre orientamenti della cultura nativa scanvolta dai bianchi:
(19) SCHLOSSER 1958; BAFFA 1961, 131.
(20) BOHANNAN 1958; LANTERNARI, 5MSR. 32.2.
(21) GODY 1957.
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1) riaffermare sé stessa revivificando la tradizione religiosa locale. E' questo l'elemento tradizionalecontinuativo.
2) rinnovarsi per salvaguardarsi dalla crisi indotta dal colonialismo, di fronte al fallimento del sistema religioso tradizionale che non è valso a (( salvare ». Perciò la tradizione é selezionata, in parte abbandonata, in parte sostituita. E' questo l'elemento tradizionalerinnovato. In realtà non v'è alcun movimento nativista che comporti una ripresa integrale e passiva della tradizione: questa, in virtù della selezione, é trasformata.
3) impadronirsi della «potenza» insita nella cultura cristiana a proprio vantaggio — secondo la filosofia della ((forza vitale» propria della tradizione —, per resistere all'egemonia europea, reinterpretando quei tratti esterni in senso pagano, nativista o — in altri momenti — autonomista. E' questo l'elemento rinnovatore esterno.
I sincretismi africani appaiono dunque, in origine, come altrettant[...]
[...]. In realtà non v'è alcun movimento nativista che comporti una ripresa integrale e passiva della tradizione: questa, in virtù della selezione, é trasformata.
3) impadronirsi della «potenza» insita nella cultura cristiana a proprio vantaggio — secondo la filosofia della ((forza vitale» propria della tradizione —, per resistere all'egemonia europea, reinterpretando quei tratti esterni in senso pagano, nativista o — in altri momenti — autonomista. E' questo l'elemento rinnovatore esterno.
I sincretismi africani appaiono dunque, in origine, come altrettante manifestazioni particolari del ((nativismo », nel senso oggi comunemente ammesso, di o rivivificazione e rinnovamento polemico dei valori nativi di fronte agli Europei» (22).
Se queste sono le tendenze originarie dei sincretismi africani, i fattori storicosociali preposti alla loro genesi sono almeno tre, c'ioé:
1) un contatto non fuggevole con il cristianesimo come esponente d'una civiltà conquistatrice e deculturatrice, perciò superiore — in senso pratico — a quella nativa. I nativ[...]
[...]enute ad intense trasformazioni del proprio assetto, e bisogni « spirituali » di tipo cristiano possano allignare.
2) l'emergere d'una o più personalità carismatiche, come interpreti ed esponenti dell'intera cultura, sensibili, per 'la propria formazione culturale (contatto personale con missioni) ad
(22) Vedi ancho, per il nativismo, MÜHLMANN 1963, 165166.
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alcuni tratti cristiani ch'essi reinterpretano. E' vero: alcuni profeti hanno fondato culti asincretisti: ciò vuol dire che ad essi é mancata l'esperienza delle missioni, o personalmente l'hanno respinta. Altri culti asincretisti sono stati introdotti senza necessariamente l'azione di profeti. P. es. 'il culto asye dei Bete è stato acquistato per pagamento, ad opera d'un gruppo di esponenti locali, da un pruppo Baulé vicino. Si possono citare analoghi casi di culti nuovi introdotti per pagamento tra gli Ascianti e gli Akim (23). Ma i m.oviment+i sincretisti nascono sempre per l'azione individuale d'un fondatoreprofeta. Ciò comparativamente si[...]
[...]visti ed emancipazio
(26) BALANDIER 1961, 8990.
(27) GUARIGLIA, in: «Devant les sectes nonchrétiennes », p. 20.
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nisti nella fase di più accesa tensione fra le due culture — quella indigena e quella occidentale —, ma poi man mano che questi rapporti progrediscono verso un regime di mutua simbiosi ed integrazione, i movimenti stessi si volgono verso un autonomismo non piú accesamente polemico, ma integrista e aggiustativo. E' il caso dei movimenti del Nyassa, delle chiese nativiste sudafricane che negli ultimi anni stanno trovando la strada di un'autonomia e d'una integrazione via via più moderna (28); in parte delle chiese dell'Africa occidentale. Lo sviluppo e l'intensificazione dei rapporti fra i due tipi di civiltà contrapposti creano il terreno per una progressiva integrazione anche nel campo religioso.
Sincretismo formale, nativista, autonomista: sono le fasi dei movimenti religiosi più durevoli e di cui conosciamo intera la storia. Ma conosciamo molti movimenti di breve durata, talvolta coevi e territorial[...]
[...]neotradizionale, movimenti cristianizzati d'adattamento. Nel Ghana stesso, in Nigeria, accanto a culti neotradizionalisti di guarigione fioriscono chiese o sette nativiste. Sarebbe importante stabilire se vi sia un qualche rapporto di complementarità fra gli uni e le altre, e quali siano le differenze d'ambiente (anche sociologico) che le caratterizza. Il culto Yakan o Dede fiori fra il Sudan e l'Uganda dal 1890 al 1920 sotto influenza mahdista. E' una religione di guarigione, per la quale bevendo un'acqua magica si guariva dalle malattie. Ma insieme, ad opera del profeta Rembe, il culto ha ricevuto un'impronta emancipazionista, gli iniziati al culto credevano di rendersi immuni, con quell'acqua magica, dalle pallottole nemiche; essi attendevano messianicamente il ritorno dei morti, la liberazione dagli Europei, la pace, l'immortalità. Il profeta fu mitizzato come un messia. Oggi il culto Yakan sopravvive, ridotto a un culto magico di guarigione, ed ha perduto i suoi aspetti millenaristi, messianici: uno sviluppo « a rovescio ». Yakan é[...]
[...]etismo africano. Anche per il messianismo si dovrebbe ripetere un discorso parallelo, che accenno solo di
(34) SUNDILER 1961, 302.
(35) SUND%LER 1961, 307310.
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scorcio. Esistono, come visto, nuovi movimenti religiosi «amessianici ». Fra quelli messianici poi si danno le forme di messianismo più varie. In quelle «classiche» (del filone cristianoislamico) si attende il ritorno del fondatore con ruolo di salvatore divino. E' il caso del Kimbangismo, della chiesa Nazarita di Isaiah Shembe, del movimento di J. Chilembwe nel Nyassa (36), dei gruppi messianici suldafricani. Talara si attende un'immediata salvezza ad opera del fondatoremessia: così nel movimento Lassyista (37) del territorio di Cabinda e del Congo nel 1946. Altre volte l'atteso salvatore è un condottiero politico perseguitato (Matsua) e mitizzato, o — in forma anonima e collettiva — l'insieme dei morti che verranno, apportatori di un'era di rigenerazione cosmica e umana. In quest'ultimo caso, come in altri casi, il messianismo ridà vita ad un vecchio [...]
[...]movimenti asincretisti.
C'é da considerare, a questo punto, un terzo tipo di risposta, l'azione politica insurrezionale. Certo, l'azione politica irredentista e insurrezionale s'intreccia intimamente con i movimenti religiosi, e si presenta spesso come un aspetto particolare d'un unico fenomeno storico, ad un tempo politicosocialereligioso, anche se la forma e la dinamica dei rapporti tra l'aspetto religioso e politico sono varie caso per caso. E' da notare in proposito che la risposta africana agli sforzi missionari non poteva essere una risposta puramente religiosa, poiché la stessa azione missionaria si caricava di complessi significati e aspetti di natura politica (45). E' acquisito, specialmente dopo i lavori del Balandier (46), che la resistenza religiosa, e specialmente quella del nativismo nelle prime fasi, é un surrogato della protesta politica quando questa si dimostra impossibile. Tuttavia, se si considerano i movimenti religiosi nel loro sviluppo, i rapporti fra religione e protesta politica appaiono assai sfumati. V'é sovente, fra i due, integrazione piú che reciproca esclusione.
L'azione insurrezionale autonoma può essere lo sbocco finale d'un lungo processo di preparazione che si svolge su terreno religiososociale. Cosi il Kimbangismo alimenta e pre[...]
[...]entista. La fase ecclesiastica autonomista viene dopo la fase insurrezionale e comunque é aliena da atteggiamenti di rivolta, avviando un crescente processo d'integrazione. Ma di ciascuna azione insurrezionale bisogna considerare sia i presupposti sia le ripercussioni nel campo religioso. Considerandola solo in se stessa si finirebbe per falsarne il significato reale.
Quali sono i rapporti tra i movimenti religiosi e lo sviluppo socioculturale? E' questo un problema particolarmente attuale che non possiamo qui analizzare. Certo l'impulso al rinnovamento economico e sociale diminuisce quando un movimento religioso s'istituzionalizza e il processo di decolonizzazione avanza: o meglio, quell'impulso generalmente prende una via autonoma, non più legata alla religione. « Il messianismo passa dalla rivoluzione alla conservazione », ha ben scritto Roger Bastide (48). Comunque, conviene esaminare ciascuna nuova re ligione in rapporto a tutti gli aspetti della cultura e delle trasformazioni culturali, e — come dice lo stesso Bastide — «in funzi[...]
[...]sudorientale, studiato dal Messenger (56), é eloquente. Fra gli Anang (prov. di Calabar) si diffuse nel 1930 il movimento degli Spiritualisti, i quali, ispirati dallo (( Spirito Santo», entravano in convulsione, si rotolavano in terra, parlavano lingue. Lo Spirito Santo derivante dal cristianesimo era reinterpretato magicamente come potenza capace di guarire i malati, di assicurare benessere, longevità e ogni altro bene a chi ne fosse posseduto. E' il medesimo fenomeno che s'é prodotto nella setta Arathé dei Kikuyu, in quella dei «Tremolanti » congolesi (Mpeveyalongo), nelle sette spirituali del Ghana. Ma la storia del movimento « spiritualista » degli Anang presenta vari momenti. Dopoché numerose calamità si abbatterono sugli Anang nel 193637, il nuovo culto fu abbandonato e il gruppo si divise in due tendenze opposte. Gli anziani tornarono alla tradizione integrale, convinti che averla parzialmente abbandonata fosse la causa dei malanni e della collera di Ata Abassi (l'Essere supremo). Le giovani generazioni all'opposto, per influenza[...]
[...]ttive di natura puramente « spirituale » nel senso modernocristiano, senza fondamento obiettivo, sorgano entro religioni cosí fortemente ancorate ai bisogni esistenziali più immediati.
Ora, fra i vari motivi di conflitto che entro le società illetterate abbiano generato nuove religioni, quelli dovuti all'occupazione dei bianchi, allo stato d'asservimento o al dislivello culturale di fronte alla supremazia occidentale, sono i più noti e diffusi. E' giusto chiedersi, a questo punto, quali siano i caratteri propri dei nuovi movimenti religiosi dell'Africa Nera, in relazione ai movimenti di livello etnologico in genere.
Attenendomi ai risultati del mio lavoro (61) nonché della abbondante letteratura apparsa in questi ultimi anni, ecco le principali tendenze. In primo luogo, un complesso religioso tradizionale o precristiano, che comprende: la figura d'un Essere supremo identificato col dio giudiacocristiano; il tema del ritorno dei morti e il culto funerario, reinterpretati nel contesto di un rinnovamento escatologico e cosmico definitivo[...]
[...]mente i giovani aderivano al cattolicesimo. Perciò si produceva una preoccu pante frattura tra padri e figli. Rispondendo al missionario cristiano, un indigeno si esprimeva casi : «'Noi abbiamo ascoltato le tue prediche ed ora siamo persuasi che occorre avere una religione. Non si può morire senza religione. La via del cattolicesimo sarebbe la migliore, ma bisogna essere giovani per intraprenderla. Noi andremo a Dio per la via dell'Islam o (65). E' questo un modo particolare con il quale si esprime l'autonomismo indigeno — più forte presso gli anziani, detentori della tradizione — di fronte alla chiesa occidentale. La facilità d'adesione dei negri all'islamismo risponde a tnotivi ben noti, che riguardano la natura stessa dell'islamismo (66). Ma essa può a volte avere anche il valore di protesta autonomista. Tutti conoscono, dopo i lavori di K. Schlosser e Herskovits, i numerosi movimenti profetici e separatisti islamici dei negri africani (67).
Il panorama delle reazioni religiose dei negri alle grandi religioni portate dall'occidente [...]
[...]rima udita, e in cui gli infedeli sarebbero caduti in schiavitù dei fedeli» (71). D'altra parte a un osservatore attento appare che le grandi religioni moderne sorsero precisamente come movimenti prof etici di rinnovamento. In particolare il cristianesimo si fonda, alle origini, sulla protesta contro due principali istituzioni ufficiali, lo statismo romano e il sacerdotalismo giudaico, a nome dell'individualismo e dei bisogni religiosi popolari. E' una protesta che trova una corrispondenza precisa nelle sette millenariste come il Gioachimismo, la Watch Tower, gli Shakers (72), gli Avventisti del VII giorno (73) e nei profetismi indigeni rivolti contra gli stati colonialisti e le missioni nel loro aspetto deculturatore e opprimente (74).
Tuttavia al di lá dei parallelismi non vanno ignorate le dif
(70) KOEBBEN 1960, 161.
(71) CoHN 1962, 33. Per il millenarismo popolare dei primi secoli cristiani, secondo l'interpretazione immanentista e materialista del «millennio» annunciato dall'Apocalisse„ cfr. KAUFMANN 1964, 1213.
(72) DESROCHE 1[...]
[...]verno indipendente indigeno del paese, la stessa politica di scioperi già adottata contro il governo coloniale francese, come se l'indipendenza non fosse reale. I fedeli della setta rifiutano di aderire al censimento, di pagare le imposte, di accedere agli ospedali. Il governo congolese si é visto costretto a prendere contro i « ribelli » le stesse misure (arresti, carcere) che già il governo coloniale francese prendeva contro i matsuisti (76).
E' una forma di resistenza socialculturale contro il processo di occidentalizzazione promosso dai dirigenti indigeni, a loro volta «occidentalizzati ».
La resistenza diventa rivolta violenta nell'episodio di cui é stata protagonista la setta Lumpa di Alice Lenshina, in questi ultimi mesi, nella Rhodesia settentrionale. Identica é l'ispirazione settaria e religiosa del movimento. Della setta Lumpa, André Retif nel 1959 affermava (77) ch'era in netto regresso, dopo una vita di 5 anni. Ma nel 1961 R. Rotberg v'intravvedeva una seria minaccia per i governi locali e per l'amministrazione centrale. E[...]
[...]ione della Bibbia dei bianchi e l'atteggiamento autonomista verso le missioni. In realtà, nonostante lo spirito moderato e per nulla antieuropeo di Alice e delle «leggi» da lei imposte ai fedeli, il movimento diventa ben presto fortemente antimissionario, xenofobo, emancipazionista; i proseliti attendono la liberazione dal giogo coloniale. Le missioni protestanti e cattoliche vedono passare alla setta la maggioranza dei negri già fedeli ad esse. E' una setta sincretista (78), volta con
(78) Anche nei nomi presceltisi Alice esprime il programma sincretista. Lenshina èla pronuncia indigena del latino < Regina» e allude alla cristiana « Regina Celeste»; Mulenga designa
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tro la discriminazione razziale e ricca di elementi di rinnovamento (antifeticismo, antistregonismo) improntati a chiaro millenarismo. I proseliti di Alice, con il u battesimo» e la confessione, si salveranno da ogni male e disgrazia. Essi attendono imminente il giorno del giudizio. Notevole il fatto che — diversamente da molte religi[...]
[...]ra, sia stato reinterpretato e adattato, dai seguaci, in questi ultimi tempi e in regime di preindipendenza (81), contro le forze e i gruppi dell'interno che rappresentano la tendenza occidentalizzante e « depersonalizzante » (82). Il sincretismo di questo movimento pare si sia caricato di un significato neotradizionalista e, sia pure nei modi di un fanatismo settario, si sia volto a salvare alcuni valori originali della società e della cultura. E' il processo di trasformazione d'un movimento già anticolonialista e innovatore, passato a un ruolo di rivolta conservatrice e di classe. Certo lo spirito conservatore é caratteristico dei movimenti profetici e messianici nella loro fase estrema e organizzata, di fronte a una società che sta già sulla via di
uno degli spiriti (ngulu) più potenti della religione tradizionale Bemba. I due nomi raccolgono i simboli della vecchia e della nuova religione (TAYLORLEHMANN, 1961, 267). Secondo dicerie di missionari, che TaylorLehmann ritengono denigratrici (RÉTIF 1959, 190; OGER 1962, 130), Alice comp[...]
[...]postrofare la popolazione (85).
Sono questi alcuni elementi di un tema — quello dei rapporti fra politica e religione — che andrebbe analizzato a sé (86).
Alle manifestazioni religiose suddette improntate a significati di protesta socialepolitica abbastanza evidenti di per sé, si debbono aggiungere, nel quadro della situazione post coloniale, le molteplici manifestazioni di autentico neotradizionalismo religioso.
Nel Camerun meridionale padre René Bureau ha fatto una analisi della situazione religiosa, allarmante d'al punto di vista teologico e missionario, per lo sfrenato rigurgito di religiosità tradizionale che s'accompagna con il rifiuto o il declino del cristianesimo precedentemente accettato dalla popolazione locale. Dopo una prima fase d'incontro infruttuoso col cristianesimo missionario fra il 1890 e la I Guerra Mondiale, la popolazione sudcamerunese cominciò dopo la I Guerra Mondiale ad essere attratta ad esso non tanto — come osserva il Bureau — per effetto di proselitismo religioso, quanto per accedere all'istruzione impartita nell[...]
[...]ue esplodere fra i giovani, e contro gli anziani cristianizzati, il movimento di (( ritorno alla tradizione », di « ritorno alle origini ». Le pratiche antiche, i riti, i culti, i valori tradizionali sono ripresi disordinatamente, e intanto ((Si evitano i missionari, si ricorre al medicineman, si verifica una netta flessione della partecipazione dei giovani alla pratica cristiana ». Questo é il quadro della situazione denunciato dal missionario René Bureau: il quale nel tentativo di spiegare questo rigurgito di « paganesimo», questo neotradizionalismo inquietante, conclude col dire che «forse la massa era stata convertita, ma non la coscienza comane» (87).
Piú che ricorrere a distinzioni di quest'ultimo genere, é opportuno, per spiegare un fenomeno così caratteristico, riferirsi
(87) BUREAU 1964, 107112; BUREAU, in: LANTERNARI 1963, 225226.
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all'esperienza di vuoto creatosi nel dopoguerra e cresciuto dopo raggiunta l'indipendenza, fra le comunità dei villaggi — già integrate nel loro sistema socioculturale e religioso[...]
[...] manifestazioni di rivolta socialreligiosa all'interno dei vari paesi contro le autorità indigene. In maniera diretta le rivolte, in maniera indiretta i tradizionalismi e i sincretismi; su un terreno politicoreligioso le rivolte e su un terreno religiosoculturale i sincretismi e i neotradizionalismi, tutte queste manifestazioni esprimono un comune dissenso contro le forze locali eredi di alcune tendenze già proprie del colonia lismo occidentale. E' chiaro p. es. che il Kitawalolumumbismo svolge la sua latta su due fronti simultaneamente, il neocolonia
(89) CERULLI 1963.
(90) Ronal in: LANTBRNARI 1963, 224225.
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lismo euroamericano e le autorità centrali considerate solidali con esso.
In conclusione, pur nelle differenti situazioni dei vari paesi, l'indipendenza politica, più che determinare un mutamento radicale dell'atteggiamento socialreligioso, ha spostato all'interno della società le forze promotrici degli antichi contrasti, e che precedentemente agivano su di essa dall'esterno. Neila maggior parte dei pae[...]